Situata tra le antiche civiltà asiatiche della Cina e dell’India, la Malesia è stata profondamente influenzata dai traffici marittimi di questi due potenti imperi. Dal II sec. d.C. i mercanti indiani, presenti nel Paese come cercatori di materie prime, esercitarono una forte influenza sull’organizzazione sociale, sulle credenze e sulla cultura malese. Ma è all’inizio del 1400 che la storia della Malesia diventa interessante quando, grazie al supporto cinese, il potere di Malacca si estese fino ad annettere quasi tutta la penisola. Allo stesso periodo risale la rapida diffusione della religione islamica. La ricchezza di Malacca attirò su di sé le attenzioni delle potenze europee: portoghesi, olandesi e infine inglesi colonizzarono l’interno della penisola man mano che nuove miniere di stagno venivano scoperte. La storia del Borneo non può prescindere da James Brooke, avventuriero inglese che nel 1835, in cambio del suo aiuto per sedare le ribellioni degli indigeni, ottenne parte del Sarawak. La sua dinastia ristabilì la pace in una terra in cui la pirateria e i violenti scontri tribali erano all’ordine del giorno. L’estendersi dell’influenza britannica nel Sabah avvenne invece in modo decisamente meno romantico ma portò profondi mutamenti economici e sociali: gli inglesi introdussero strade, infrastrutture, un sistema amministrativo di stampo coloniale e una suddivisione del lavoro su base etnica. Con la Seconda Guerra Mondiale, il Paese piombò nel caos più totale. Gli inglesi approntarono un piano per formare l’Unione Malese - che poi si sarebbe trasformata in federazione - sotto la sovranità britannica ma a causa delle forti tensioni interne la Gran Bretagna acconsentì alla completa indipendenza della Malesia. La proclamazione della merdeka (indipendenza) avvenne il 31 agosto 1957. Nel 1963 gli stati del Sabah e del Sarawak e Singapore si unirono alla penisola per formare la Malesia, confederazione da cui Singapore si ritirò due anni dopo.